Questa è la mia personale guida su come scegliere nella vita in maniera consapevole.

Fate pure ciò che volete — ma almeno siate di quelli che sanno volere!”
Così parlò Zarathustra, Nietzsche
Quali sono le regole che possono aiutarci a scegliere nel modo migliore?
Quali le trappole da evitare?
Leggendo questo articolo nella prima parte troverai risposta a queste domande, nella seconda imparerai 3 strategie pratiche per riuscire a capire cosa vuoi davvero.
In questa altra guida ho parlato di come trovare il lavoro dei tuoi sogni (link).
Non saper scegliere: un problema moderno

Qualunque benedizione che non sia accettata, si trasforma in una maledizione.
L’ alchimista, Coelho
Scegliere è uno dei problemi che più affligge la nostra generazione perché le possibilità di scelta sono molto maggiori rispetto al passato, talvolta abbiamo a disposizione possibilità virtualmente infinite.
A questo problema si aggiungono delle idee poco funzionali che oggi vanno per la maggiore.
Uno dei mantra infatti che ritroviamo nei testi di crescita personale, ma anche nella cultura dominante, è che per essere felici dobbiamo fare quello che vogliamo, realizzare i nostri desideri. E’ pieno di ricette e strategie per raggiungere gli obiettivi. Ma spesso la difficoltà è a monte: non sappiamo quello che vogliamo davvero.
Inoltre tante volte il problema non è nel raggiungere o meno un obiettivo, quanto nel prezzo da pagare per ottenerlo. Come ho spiegato in questo articolo, alcune persone, pur di raggiungere un obiettivo (SMART), sacrificano valori della propria vita come la famiglia, le amicizie e il proprio benessere; per poi realizzare che l’obiettivo in sé era meno determinante per la loro felicità di ciò che hanno sacrificato (link).

La libertà di scegliere è una benedizione che ci può portare a realizzarci pienamente come persona, ma che rischia di trasformarsi in una maledizione se siamo sprovvisti di tecniche e competenze per gestirla.
Ogni nome è un uomo ed ogni uomo è solo quello che scoprirà inseguendo le distanze dentro sé… Quante deviazioni, quali direzioni e quali no? Prima di restare in equilibrio per un po’. Sogno un viaggio morbido dentro al mio spirito. E vado via, vado via. Mi vida così sia.
Rotolando verso Sud, Negrita.
Come scegliere: il problema più grande
Scegliere è così difficile perché non esiste un’equazione o una formula per prevedere a priori gli esiti di una decisione, in più in questo frangente condizionamenti e autoinganni si fanno sentire in maniera prepotente.
Trovi ora dieci regole per evitare le trappole in cui spesso cadiamo quando dobbiamo prendere una decisione.
In seguito ti propongo le tecniche e strategie prese in presto alla pratica del discernimento, che ti aiuteranno a conoscerti meglio, capire cosa vuoi davvero e come sfuggire ai tuoi autoinganni.
Le 10 regole per scegliere al meglio
1. Prendi consapevolezza dei condizionamenti e dei tuoi autoinganni: distinguere il fine dai mezzi.

Nella vita, e in particolare quando dobbiamo prendere delle scelte tendiamo a raccontarcela, ciò è dovuto alla nostra naturale tendenza a costruire autoinganni. Questi derivano dai condizionamenti e dalle nostre paure, ci impediscono di vedere cosa è meglio scegliere per noi e per gli altri.
“Devi uccidere quello che gli altri vogliono che tu sia per diventare chi vuoi essere”
Elton John
Io aggiungerei: devi anche uccidere quello che pensi di voler diventare, a causa dei falsi modelli che ti sei costruito, per capire veramente chi vuoi essere.
Dentro di noi infatti si agitano tante voci, e spesso i riferimenti che la cultura dominante ci propina sono quanto di più lontano dalla felicità possa esistere.
Voglio lavorare in Google, voglio lavorare negli Stati Uniti…
Ok, ma qual è l’obiettivo che ti muove? Ti serve per sentirti una figa/un figo o perché in quel modo puoi davvero mettere a frutto di più i tuoi talenti, realizzarti e creare più valore per gli altri ?

Lavorare sodo e tanto per una super-azienda, in una metropoli, con un superstipendio, ti renderà più felice dell’avere tempo ed energie da dedicare ai tuoi cari, ai tuoi amici e ai tuoi hobby?
Non c’è una risposta giusta o sbagliata, c’è quello che è giusto per te, per come sei fatto, per le tue attitudini.
L’importante è che tu sia consapevole di quello che stai scegliendo e di quello a cui stai rinunciando. Al contrario di quello che dice la cultura dominante, spesso non si possono salvare capra e cavoli e bisogna scegliere.
Cosa ti spinge? i fini o i mezzi ?
Carriera, stipendio e prestigio sono per te un fine o un mezzo? Risponditi sinceramente .

Devi pubblicare una marea di articoli scientifici per inseguire una cattedra oppure per dare il tuo contributo all’umanità e, se diventi professore, puoi farlo al meglio ?
Vuoi guadagnare per vivere la vita che desideri o vivi per il desiderio di guadagnare ?
Cosa ti spinge ? Il voler creare valore per te e per gli altri o il tentativo di colmare delle tue mancanze e sentirti Ok ?
Se la risposta è la prima, la tua scelta ti porterà a sentirti realizzato e pieno, se invece stai fuggendo dalle tue zone d’ombra ti sentirai sempre un po’ incompleto e incompiuto.
Quando scambiamo i mezzi con i fini infatti, non ci sentiamo mai realizzati; ci sarà sempre una metropoli più figa, una posizione più prestigiosa, uno stipendio più alto.
Negli insegnamenti di Don Juan, di Castaneda, il maestro chiarisce benissimo questo punto:
Per raggiungere una chiarezza del genere devi condurre una vita disciplinata. Solo allora saprai che qualsiasi strada è solo una strada e che non c’è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nel lasciarla andare se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare. Ma il tuo desiderio di insistere sulla strada o di abbandonarla deve essere libero dalla paura o dall’ambizione.»

Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda. “Questa strada ha un cuore?” Se lo ha la strada è buona. Se non lo ha non serve a niente. Una porta un viaggio lieto; finché la segui sei una sola cosa con essa. L’altra ti farà maledire la tua vita. Una ti rende forte; l’altra ti indebolisce.»
“Diventa cio’ che sei”, F. Nietzsche
Conosci te stesso. Prima di tutto vuol dire conoscere le proprie potenzialità. La propria Aretè, la propria virtù, ciò per cui sei nato…
E se riesci a far fiorire ciò per cui sei nato, se davvero diventi te stesso, al di là dei modelli che vuoi imitare, delle belle cose che ti vengono fatte vedere, riesci a raggiungere la felicità.
2. Dove ti spinge la fretta, quella è la strada sbagliata
La fretta, la necessità di agire subito è dettata da ansie, da paure, dalla rabbia o dal dolore. Se sei di fronte ad una decisione, e senti di non riuscire ad aspettare, spesso questo è il segno che la direzione che vorresti intraprendere è quella sbagliata. Il tempo svela infatti i condizionamenti, se ti impegni ad essere sincero con te stesso.

Il male si consuma in fretta, mentre il bene cresce nella pazienza. Per salire su una cima, ci vuole tempo e fatica; per precipitare a valle basta un niente!
S. Fausti
3. Non esistono scelte perfette
Nella vita la perfezione non esiste, ci sono pro e contro da ogni lato, saperlo ci aiuta a evitare di essere perennemente indecisi o insoddisfatti.

Tutte le sinfonie sono incomplete”
Karl Rahner
Ogni stato di vita, ogni scelta, include una dose di dolore che deve essere accettata, se si vuole aderire appieno a quella decisioni e a una nuova vita. Accogliere l’imperfezione ci aiuta ad adattarci serenamente alla realtà. Paradossalmente è quando accettiamo che tutte le scelte sono limitate e imperfette, che le nostre vite diventano più soddisfacenti, gioiose e tranquille. (Martin, 2017)
4. Quando sei in crisi e non sai cosa fare, mantieni la rotta.
Nei momenti di crisi non è il caso di fare mutamenti, soprattutto di cambiare le decisioni che avevi già preso. Sarebbe come cambiare rotta durante una tempesta. Il modo più sicuro per uscire dalla burrasca è continuare sulla stessa rotta, altrimenti rischi di girare in tondo.

5. Muoviti a piccoli passi
Come abbiamo detto in questa guida (link), l’unico modo per capire se una strada è quella giusta o no, è iniziare a percorrerla a piccoli passi, solo quando la percorriamo, interagiamo con essa, possiamo valutare se questa mantiene le aspettative o meno.
Vale sempre l’adagio di Von Foerster: “Se vuoi vedere impara ad agire” e come dice un mio amico:
L’opposto del dubbio non è la certezza ma l’azione“
B, Paoli
Quando è possibile, quindi intraprendi una direzione con cautela, attento alle conferme e disconferme che arrivano da come ti senti e da cosa accade nella tua vita.

La paura dell’incertezza e il tentativo di controllo.
La ricerca di certezza conduce all’incertezza”
Buddha
Non possiamo essere certi a priori che una decisione sia quella corretta, allo stesso tempo però, in quanto esseri umani cerchiamo sempre di avere le cose sotto controllo.
Per questo l’incertezza ci spaventa e reagiamo nei suoi confronti con dei tentativi di soluzione, che però si rivelano disfunzionali. Sono cioè dei tentativi di controllo che ci fanno perdere il controllo.

Questi sono: il tentativo di raccogliere informazioni con l’illusione di poter finalmente capire che scelta prendere; il richiedere consigli fino a delegare la responsabilità delle decisioni e il procrastinarle. (Nardone; 2014)
6. Evita di ricercare troppe informazioni

Ricercare troppe informazioni rischia di diventare disfunzionale perché l’eccesso di queste conduce al blocco, complicando paradossalmente la situazione, invece che semplificarla (Nardone, 2014). Questo capita a maggior ragione quando ti trovi a dover intraprendere quelle scelte che, come vedrai tra poco, sono più emotive che razionali.
Continuare a cercare informazioni nutre la falsa illusione che quando ne avrai abbastanza allora potrai scegliere con sicurezza.
7. Evita di delegare la responsabilità della scelta
Chiedere consigli a volte è peggio del ricercare informazioni: gli altri infatti ci danno risposte sempre secondo il loro punto di vista, influenzati da autoinganni, che potrebbero essere funzionali per loro, ma non per noi.

Questa strategia spesso rischia di trasformarsi in una delega della nostra responsabilità di scelta, lo facciamo per incapacità, per democrazia o per complicazione.
Nel primo caso chiediamo rassicurazioni agli altri, perché pensiamo di non essere abbastanza preparati, lucidi od obiettivi nel prendere una decisione.
Nel secondo coinvolgiamo partner e famigliari, non tanto per condividere con loro il processo decisionale, quanto per scaricare su di loro la difficoltà della scelta.
Si ha la delega per complicazione quando ci rivolgiamo ad un esperto dopo l’altro, con l’illusione di poter trovare una risposta definitiva che ci permetta di decidere.
In ognuno di questi casi deleghiamo il peso della responsabilità, ma se ciò ci fa sentire più tranquilli lì per lì, nel lungo termine ci porta ad essere ancora più insicuri.
8. Procrastinare e non scegliere è scegliere il peggio

Un asino posto tra due cumuli di fieno perfettamente uguali e alla stessa distanza, non sapendo quale scegliere muore di fame e di sete nell’incertezza.
Storia attribuita a Buridano
Quello che possiamo imparare da questa storia è che se non decido, sto comunque scegliendo di non decidere, e creo lo scenario peggiore possibile.
Questa ristrutturazione è utile quando la paura di una scelta mi blocca, in questo modo infatti riesco ad opporle una paura terapeutica più grande, che mi spinge a prendere una decisione.
L’indugiare ci fa perdere la capacità di decidere”
Koan Zen
9. Difficile non vuol dire sbagliato
Quando un muro si presenta sul nostro cammino non è per impedirci di fare quello che vogliamo ma perché noi possiamo mostrare quanto vogliamo quella cosa.
R. Pausch
Come abbiamo già visto nella guida sul lavoro, se “agisci in modo da aumentare le possibilità di scelta” spesso ti troverai a scegliere e dover percorrere la strada più dura.
In quasi tutte le scelte la via giusta è quasi sempre quella che va in salita.
Con un sospiro mi capiterà di poterlo raccontare, chissà dove tra molti e molti anni a venire: due strade divergevano in un bosco, e io – io ho preso quella meno battuta, e da qui tutta la differenza è venuta.
La strada non presa, Robert Frost
Per questo incontrare difficoltà durante il percorso non solo non significa aver scelto male, ma è inevitabile. E’ necessario quindi procedere sì a piccoli passi, ma impegnarsi a fondo in quello che hai scelto.
Dedicarsi a metà alle cose infatti lascia sempre insoddisfatti, anche se siamo sulla strada giusta. (Fausti, 2005).
Il tempo per scegliere è quello più luminoso, quello per portare avanti le scelte pare sempre un po’ più grigio”
Silvano Fausti
10. Presta attenzione ai tuoi desideri

Ci sono due strade per accedere ai tuoi desideri più profondi: “da fuori a dentro” e “da dentro a fuori” (Silf, 2007).
La prima prende in considerazione i desideri, che già avverti, che possono segnalarne altri più profondi. Voler cambiare auto, lavoro o casa potrebbe anche indicare l’esigenza di una maggiore libertà esistenziale. Prima di affannarti dietro a queste cose quindi, chiediti se in realtà questi desideri ti stanno segnalando altro.
L’approccio da “dentro a fuori” invece riguarda gli archetipi che ci attirano fin da piccolo o che popolano i tuoi sogni. Quali fiabe, miti, storie, film o romanzi ti appassionavano da giovane? Quali ti emozionano ancora adesso ?
Come avrai capito il linguaggio dei desideri è simile a quello dei sogni.
Il discernimento: come scegliere consapevolmente
Il discernimento è una pratica spirituale, di cui Ignazio Di Loyola, fondatore dei Gesuiti, ha formalizzato le regole nel suo libro “Esercizi Spirituali” (Di Loyola, 1548).

Questi esercizi sono stati pensati per il credente o per colui che si vuole avvicinare alla fede. Ritengo tuttavia che molte delle regole e strategie proposte da Ignazio possono tornare utili per chiunque, anche non credente, si trovi a dovere compiere scelte di vita importanti
Per questo te ne propongo una mia versione, estrapolata dal contesto spirituale originario, sono cosciente che in questo modo le indicazioni non avranno lo stesso significato, ma potranno essere utilizzate da tutti.
Se sei interessato al valore spirituale degli esercizi di Ignazio qui trovi il pdf del suo libro (link) e qui invece delle informazioni più approfondite sugli Esercizi Spirituali (link).
Cosa vuol dire discernimento
Il discernimento è l’arte di leggere in che direzione portano i desideri del cuore, senza lasciarsi sedurre da ciò che conduce dove mai si sarebbe voluti arrivare (Fausti, 2005). Discernere, dal latino “cernere”, da cui la parola “cernita” o scelta, significa vagliare, distinguere, setacciare (Fausti, 2005).

Questa pratica è intesa a capire, tra due alternative, che sembrano entrambe buone, qual è quella che davvero mi rende felice (Martin, 2017).
La maggior parte delle volte agiamo mossi dall’amore e dalle emozioni, piuttosto che dalla ragione, decidiamo infatti spinti da un desiderio di felicità. Per questo, se impariamo a conoscere i desideri che si agitano dentro di noi possiamo davvero trovare la strada che ci porta a realizzarci.
Ciò che hai scelto corrisponde alle tue aspettative? E’ proprio ciò che volevi ? Come ti fa sentire la tua decisione: in armonia o in disappunto, in pace o inquieto?
Queste sono alcune delle domande a cui prova a rispondere la pratica del discernimento.
“E’ per nascere che siamo nati” (Neruda). L’uomo non è ciò che è, ma ciò che non è ancora e ciò che diventa secondo ciò che desidera.
S. Fausti
Come scegliere: tre circostanze diverse

Ignazio era molto pragmatico, ha individuato tre diverse condizioni in cui ti puoi trovare a dover scegliere e ha proposto, per ognuna di essa, delle strategie pratiche per liberarti da autoinganni e condizionamenti.
Altrimenti questi rischiano di non farci vedere le alternative che abbiamo di fronte per quello che sono davvero, e di impedirci quindi di scegliere ciò che davvero vogliamo.
Scelte del 1° tipo, come scegliere di pancia
Questa è la circostanza in cui ti trovi quando tutto ti sembra chiaro. Hai sempre saputo di voler fare la/il pediatra, l’astronauta o l’insegnante, e lo diventi.
In queste circostanze, non sembra neanche di dover prendere una decisione, fin da piccola/o provavi un’attrattiva, questa ti porta in una direzione, che poi viene confermata dagli avvenimenti della vita. Non tutte le scelte nella vita sono però di questo tipo, e anche riguardo alla professione, tanti di noi non hanno la fortuna di poter scegliere di pancia.

Scelte del 2° tipo, come scegliere con il cuore
Questo sono le scelte come le immaginiamo di solito. Forze e desideri sembrano tirarti da una parte e dall’altra, benefici e svantaggi sembrano equivalenti da entrambe le parti. Ad esempio la possibilità di ottenere il lavoro che vuoi ma non al momento giusto o non nella città in cui vorresti vivere; oppure una strada che ti piace ma anche che ti spaventa. Non c’è la chiarezza che c’è nelle scelte del 1° tipo, sei agitato da gioia e turbamenti.
In queste condizioni, devi prestare attenzione a come ti senti mentre pensi alle possibili alternative che hai davanti. Ciò che provi potrebbe svelarti quali sono i benefici reali, e quali invece quelli finti, che ti stai costruendo per autoconvincerti a scegliere la strada più comoda, invece che la migliore.
Se provi una gioia stabile pensando ad un’alternativa, mentre per l’altra provi tristezza, spesso questo è già sufficiente per iniziare a scegliere.

Tre accorgimenti importanti sono quelli di evitare la fretta (vedi regola n°2), muoverti sempre a piccoli passi (regola n° 5) e di ascoltare con sincerità quello che senti dentro di te, piuttosto che cercare di controllarlo.
Scelte di 2° tipo e paure
In alcuni casi, la decisione è più difficile perché la direzione giusta ti richiede molti più sforzi o ti può spaventare molto, in questi casi raggiungerai la tranquillità solo dopo aver scelto.
Qualche volta, quando le resistenze sono più che normali, è necessario un taglio “cesareo”, una de-cisione più sofferta. Ma, se è giusta per te, ti accorgi di essere nato alla tua verità; e ben presto ti rinfranchi.
S. Fausti
Bisogna essere sinceri con se stessi, avere il coraggio di intraprendere la strada che sentiamo darci più gioia, ed eventualmente chiederci quale paura ci sta frenando ?
Hai paura di non essere all’altezza o di sbagliare? Di dover rinunciare a troppe cose? O che questa scelta richieda troppo impegno ? Magari la decisione che sai essere giusta ti spaventa perché dovrai affrontare cose che ti hanno ferito nel passato.
Muoverti per piccoli passi ti aiuta sia a tastare la validità della tua decisione, che ad affrontare più facilmente ciò che ti spaventa. La scelta in questo caso, diventerà anche un processo di cambiamento e di superamento di una paura.

Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e non c’era più nessuno“
Goethe
Per me, decidere di fare psichiatria è stata me una scelta di questo tipo, molto combattuta, perché mi ha posto di fronte ad alcune paure che avevo da tempo.
Le paure che dobbiamo fronteggiare nelle scelte di secondo tipo sono esistenziali e fisiologiche, non cliniche, solo talvolta queste possono assumere le caratteristiche di vere e proprie fobie; in questa guida ti spiego come affrontarle (link).
Comportati come se
Vi è uno stratagemma che può aiutarti con le scelte del 2° tipo, questo unisce le indicazioni di S. Ignazio con quelle di Paul Watzlawick (Nardone & Watzlawick, 1990). Per alcuni giorni comportati come se ti fossi deciso. Immagina di aver già fatto la scelta e vivi la tua giornata come se avessi intrapreso un’alternativa. Prova la decisione come si prova un maglione nuovo.

Come ti senti ? Sereno o agitato? Poi, per qualche altro giorno prendi la direzione opposta: ora come ti senti? (Martin, 2017).
Di solito la nostra mente si sposta incessantemente da un’alternativa all’altra. Restare abbastanza tempo su una e, in un secondo momento, sull’altra permette di far venire a galla cose che in precedenza potresti non aver notato. E’ un modo, in un certo senso, per vedere le conseguenze di una decisione prima di averla fatta (Martin, 2017).
Di nuovo se vogliamo vedere e capire, dobbiamo imparare ad agire.
Scelte del 3° tipo, come scegliere con la testa

Se nelle scelte del 1° tipo hai già la consapevolezza di ciò che è giusto e nel 2° tipo sei fortemente “agitato” dalle emozioni, nel 3° tipo regna la calma interiore.
Non ci sono l’istinto, non ci sono le emozioni e i sentimenti, ti rimane l’intelligenza. In questo caso, e solo in questo, cioè quando la parte emotiva non la fa da padrona, la tua intelligenza è uno strumento adeguato.
In questa condizione quando entrambe le alternative ti sembrano valide, nessuna delle due ti dà più gioia o tristezza. Riesci ad essere come l’ago della bilancia senza pesi. Ci sono tre modi per scegliere in queste situazioni.
Come scegliere con la testa: 1° modo

- Mettiti davanti alla scelta che vuoi intraprendere, per esempio un lavoro o un’ iniziativa da prendere o da lasciare.
- Prendi un foglio, e con una penna traccia una linea per dividerlo a metà.
- Ragiona e considera quali vantaggi e quali svantaggi ti provengano nell’intraprendere la cosa che ti sei proposta. Segnali nella metà a sinistra, in alto metti i benefici in basso gli aspetti negativi.
- Allo stesso modo poi, considera anche quali vantaggi e quali svantaggi ti comporta lasciare la cosa proposta, o intraprendere la scelta alternativa, e segnali, nello stesso modo, nella metà destra del foglio.
Se riesci a farlo in maniera sufficientemente sincera e distaccata, spesso ti capiterà di vedere che riguardo ad un alternativa, quelli che consideravi i lati negativi sono in realtà positivi, così come i positivi dell’altra opzione sono in realtà negativi. A questo punto avrai la consapevolezza che una delle due scelte è nettamente meglio dell’altra.
Anche in questo caso, dopo che hai deciso, devi muoverti a piccoli passi, e porre attenzione a cosa accade dentro di te e nella tua vita, per poter leggere eventuali conferme e disconferme.
Come scegliere con la testa : 2° modo

Immagina cosa consiglieresti a una persona mai vista e conosciuta. Che scelta gli diresti di fare, se desiderassi il suo bene? Questo esercizio ti permette di vedere la scelta in maniera più distaccata, aiutandoti ad evidenziare quelli che sono i benefici a lungo termine.
Come scegliere con la testa : 3° modo
Questo modo è presente sia nella tradizione del Discernimento Ignaziano sia viene proposto, con una variante, da Stephen Covey nel suo libro le “Sette regole per avere successo“.
E’ un po’ macabro, ma ci permette di utilizzare in maniera positiva la paura della morte. Possiamo servirci di questa paura come una spinta per valorizzare il tempo che abbiamo, invece che rimanerne schiacciati.
Tentare di rimuovere la paura della morte, di non pensarci, produce solo angoscia; ma questa può diventare il nostro migliore alleato per imparare a fare scelte di qualità.

Se ti trovassi alla fine della tua vita, guardandoti indietro cosa vorresti aver scelto? Decidi di conseguenza.
“Se vuoi fare una scelta che valga la vita, vedi che senso definitivo dà alla tua esistenza” S. Fausti
Covey va oltre: immaginati il tuo funerale, di cosa vorresti essere ringraziato quel giorno dai tuoi cari?
Considerazioni finali sui 3 tipi di scelta
Spesso ci blocchiamo perché crediamo che tutte le scelte debbano essere come quelle del primo tipo; pensiamo che prima di scegliere dobbiamo essere completamente certi, consapevoli, di quale sia la scelta giusta.

Ma l’essere completamente sicura/o è una cosa che puoi sperimentare solo nelle scelte del 1° tipo, e nelle altre solo dopo che hai deciso.
Quindi è importante capire di che tipo è la scelta nei confronti della quale ti trovi davanti e agire di conseguenza.
Se è di primo tipo userai la consapevolezza, se è del secondo quello che provi e senti, se infine del terzo valuterai i pro e i contro.
Quando scegliere diventa un disturbo
Acquista a questo link “La paura delle decisioni” di Giorgio Nardone su Amazon (link in affiliazione).
In alcuni casi i blocchi decisionali possono strutturarsi in maniera così rigida da assumere le caratteristiche di veri e propri disturbi.
La tendenza a procrastinare assume i connotati di un evitamento fobico; quella a tenere sotto controllo e analizzare le variabili si trasforma in un’ossessione; la necessità di verificare più volte il processo di scelta in una compulsione. Il dubbio da fisiologico diventa patologico, per cui il tentativo di rispondergli, mentalmente o ricercando informazioni, finisce con l’intrappolare sempre di più la mente in un labirinto di domande e risposte senza fine.
In questi casi è importante prima sbloccare le risorse inceppate, intervenendo sul disturbo per poi poter tornare a lavorare sulle scelte.
L’uomo non ha una natura ma una storia. La sua vita è qualcosa da scegliere, da costruire mentre procede. L’essere umani consiste in quella scelta e in quell’ inventiva. Ogni essere umano è il romanziere di se stesso, e sebbene possa scegliere tra essere uno scrittore originale o uno che copia, non può evitare di scegliere.
È condannato ad essere libero.”
J. Gasset
Se vuoi iscriviti al mio blog o condivi l’articolo

Ogni volta che scrivo un articolo come questo, penso a te e a tutti i lettori per cui spero di fare la differenza.
Tenere in vita il blog e scrivere contenuti richiede tempo ed energie, ma sapere che ti posso aver aiutato è la mia più grande ricompensa.
Se ti va di farmelo sapere nei tuoi commenti, condividendo o anche criticando l’articolo, o iscrivendoti al mio Blog, ne sarei davvero contento.
Se l’articolo ti è piaciuto e ne hai voglia, puoi usare direttamente i pulsanti i social che trovi qui sopra per condividerlo.
Iscriviti qui al mio blog
Unisciti alla nostra rete di professionisti e appassionati.
Niente Spam, la odio quanto te!
Iscrivendoti mi permetti di segnalarti gli articoli più interessati e gli aggiornamenti. Userò la tua mail solo per questo.
Ti segnalerò il meglio che ho selezionato per te e regalo subito il mio ebook sulla relazione terapeutica.
Bibliografia
Castaneda, C., Gli insegnamenti di Don Juan, Milano: BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1968 (link).
Di Loyola, I., Esercizi spirituali, 1958 (link).
Fausti, S., Occasione o tentazione? Scuola pratica per discernere e decidere, Milano: Ancora editrice, 2005 (link).
Silf, M., in Inner Compass: An invitation to Ignatian Spirituality (Bussola interna. Un invito alla spiritualità ignaziana), Chicago: Loyola Press, 2007 (link).
Martin, J., Guida del gesuita… a quasi tutto. Una spiritualità per la vita concreta, Cuneo: San Paolo Edizioni, 2017 (link).
Nardone, G. & Watzlawick, P., L’arte del cambiamento, La soluzione dei problemi psicologici personali e interpersonali in tempi brevi. Milano: Ponte alle Grazie, Adriano Salani Editore S. p. A., 1990 (link).
Nardone, G., La paura delle decisioni, Come costruire il coraggio di scegliere per sé e per gli altri, Milano: Ponte alle Grazie, Adriano Salani Editore S. p. A., 2014 (link).

Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Bravo Luca, articolo di grande ispirazione, La paura di scegliere e la difficoltà di individuare i propri obiettivi hanno perseguitato la mia vita per qualche anno e solo da poco mi sono resa conto quanto sia comune nei giovani questa afflizione.. È importante conoscere se stessi a fondo e non è facile. È bello che tu ne parli e ne esprima tutti le sfaccettature.. è bello sapere che stai costruendo una bella carriera…Spero di riincontrarti prima o poi in una rimpatriata (cena sociale la chiamavamo) magari a Cogne. Un saluto da Elisa Federici(la tua amica d’infanzia e compagna di scampagnate)
Grazie mille Elisa per il tuo commento. Mi ha fatto piacere leggerlo. Eh si ci vorrebbe una bella cena sociale per rivederci tutti. Un caro saluto anche a te. E grazie.
Luca