Scopri in questo post come migliorare la tua comunicazione con il Dialogo strategico.
Di seguito avete la trascrizione automatica del video: “I 5 errori che commettiamo comunicando – Migliora la tua comunicazione con il Dialogo Strategico“, con qualche correzione.
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La nobile arte della persuasione, di G. Nardone
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Il Dialogo Strategico ti permette di migliorare il tuo modo di comunicare e tornerà quindi utile non solo a psicoterapeuti medici, medici di famiglia, psicologi, ma chiunque per lavoro, o per la vita, si trovi a comunicare con le persone e voglia migliorare il modo di interagire con loro.
Il Dialogo strategico è una tecnica comunicativa che stata ideata e affinata presso il Centro di Terapia Breve Strategica diretto dal Prof. G. Nardone ad Arezzo.
Errori della comunicazione e le componenti del Dialogo Strategico
1° Errore: affermare prima che domandare – Soluzione: domande ad Illusione di alternativa del Dialogo Strategico
L’ errore che viene più naturale fare in particolare quando vogliamo far apprezzare il nostro punto di vista è iniziare esponendo proprio quelli che sono i nostri pensieri all’interno di una conversazione.
Risulterà invece molto più strategico e utile iniziare l’interazione con delle domande
In particolare il Dialogo Strategico inizia con la sua prima componente che sono le Domande ad illusione di alternativa.
Partire con delle domande anche se ci sembrerà di rallentare nel far presente il nostro punto di vista, in realtà ci permetterà di far sentire compresi gli altri; ci permetterà di capire qual è il reale punto di vista degli altri; quindi di interagire meglio con loro, e di portare meglio quello che è il nostro punto di vista, il nostro pensiero.
Inoltre nel momento in cui io riesco a costruire delle Domande ad illusione di alternativa che sono davvero ad illusione di alternativa potrò orientare la persona verso quello che è il mio punto di vista.
Parafrasando Pascal infatti possiamo dire: “Chi si convince da solo lo fa meglio e lo fa prima“.
2° Errore: porre il nostro punto di vista in opposizione a quello dell’interlocutore – Soluzione: Le parafrasi ristrutturanti
Il secondo errore è quello di voler porre il nostro punto di vista in opposizione a quello dell’interlocutore.
In questo caso il dialogo strategico ci viene in aiuto con quelle che sono le parafrasi ristrutturanti, cosa sono?
Si tratta in pratica di riproporre quello che è il nostro punto di vista, che abbiamo compreso tramite le domande ad illusione di alternativa che abbiamo fatto alla persona con cui stiamo parlando.
In particolare potremmo chiederle: “Se ho capito bene, se no correggimi se sbaglio … questo, questo e quell’altro…”
E il soggetto ci potrà rispondere “Sì” e in quel caso continueremo, oppure “No” e in quel caso vuol dire che dobbiamo capire ancora qualche passaggio che abbiamo perso.ù
Questo ci aiuterà sia a far sentire realmente compreso l’interlocutore, sia a fare un check del fatto che abbiamo davvero capito quello che che è il punto di vista di chi abbiamo davanti.
Inoltre ci permetterà di inserire degli elementi di ristrutturazione, cioè ri-orientare dolcemente quella che è la conversazione verso quello che è il nostro punto di vista.
In particolare la Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) ci dice che per far ciò ci potrebbe essere molto più utile utilizzare delle congiunzioni copulative, come ad esempio “e”, rispetto a congiunzioni avversative come “ma”.
Quindi si tratta di aggiungere dei particolari al punto di vista dell’interlocutore che pian piano lo ri-orientano verso quello che è anche il nostro punto di vista.
3° Errore: cercare di convincere in maniera razionale – Soluzione: Evocare sensazioni con il Dialogo Strategico

Il terzo errore che risulta lampante nelle dinamiche relazionali, quando l’ affettività è molto coinvolta; ma chi si vede anche tanto in quelle che sono le visite mediche ad esempio, e in alcuni tipi di psicoterapia, è quello di utilizzare un linguaggio che sia puramente descrittivo, puramente razionale.
Sappiamo che il nostro corpo e la nostra mente rispondono maggiormente a quelli che sono degli stimoli di sensazione: questo perché la parte più antica del nostro cervello, il paleo-encefalo, è quella che risponde per prima e in maniera più veloce a quelle che sono le stimolazioni dell’ambiente.
Quindi si tratta di utilizzare per una comunicazione efficace più delle parole in grado di evocare sensazioni, piuttosto che degli arzigogolati spiegoni razionali.
E’ per questo che il Dialogo Strategico punta ad evocare delle sensazioni, in particolare tramite il Linguaggio Evocativo di cui ho già parlato in questo post che trovi a questo link.
Tramite quindi l’utilizzo di metafore, analogie, massime.
Pensiamo alla differenza tra spiegare a una persona razionalmente che dopo che si è impegnata molto, ha paura di concludere, di mettere in atto l’azione finale che lo porterà al raggiungimento di un obiettivo; rispetto a dirgli :
Sei come una tigre, che dopo aver preparato al meglio l’agguato… ha paura di uccidere la preda”.

4° Errore: travisare il punto di vista dell’altra persona – Soluzione del Dialogo Strategico: riassumere per ridefinire
Un altro errore che capita frequentemente è quello di non comprendere bene qual è il punto di vista dell’altra persona e che l’altra persona non capisca bene qual è il nostro punto di vista.
Ed è per questo che entra in gioco la componente che si chiama riassumere per ridefinire, quindi come abbiamo visto prima le parafrasi ristrutturanti.
In questo caso dovremmo fare un riassuntone che coglie tutti quelli che sono i passaggi principali che sono stati toccati durante la comunicazione; che porti a ridefinire quella che è una nuova realtà creata dall‘incontro dei due punti di vista.
5° Errore: Prescrivere in maniera autoritaria e non autorevole – Soluzione: Prescrivere come scoperta congiunta

L’ultimo errore è quello di proporre delle indicazioni come se fossero delle verità indiscutibili, quindi sottintendendo: “Va fatto così perché lo dico io!”.
Pensiamo alle prescrizioni farmacologiche del medico, pensiamo agli esercizi che può dare lo psicoterapeuta, ma anche al manager che deve dare alcune indicazioni ai membri del proprio team.
In questo caso il Dialogo Strategico usa quella che si chiama: “Prescrivere come scoperta congiunta“.
Se il Dialogo è stato condotto ad arte, si arriva ad una condizione in cui il punto di vista, la realtà che abbiamo creato, rende inevitabile sia il cambiamento, sia il dover cambiare, il dover accettare nuove indicazioni.
Ad esempio ad un medico che è riuscito a far sentire al proprio paziente diabetico che deve non solo prendere con costanza quella che è la terapia, ma anche modificare il proprio stile di vita.
Fino a quando non riesco a modificare quello che è il punto di vista, quindi prima fino a quando non capisco realmente il punto di vista dell’altra persona con tutte le componenti che abbiamo visto, non potrò mai prescrivere qualcosa.
Mi scontrerò infatti con quelle che sono le resistenze al cambiamento dell’altra persona e questo è valido, nello studio del medico, ma anche in qualsiasi occasione di comunicazione vi troviate.
Per approfondire questo argomento i due testi fondamentali sono il “Dialogo Strategico” di Nardone e Salvini e “La nobile arte della persuasione” di Nardone.
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