Eccovi un mio video in risposta al servizio delle Iene sulla dipendenza da psicofarmaci.
Di seguito avete la trascrizione automatica del video con qualche correzione.
Trascrizione del video “Dipendenza da psicofarmaci: risposta al servizio delle Iene”:
Questo video è per l’appunto una risposta al servizio delle iene: Dipendenza da Psicofarmaci, Uso e Abuso.
Potete trovare il servizio delle Iene qui se non lo avete ancora visto.
Perché rispondere al servizio delle iene sulla dipendenza da psicofarmaci ?
Perché mi sono sentito molto coinvolto sia come psichiatria, sia come psicoterapeuta; inoltre le tecniche che vengono citate alla fine del servizio sono proprio tecnica della mia scuola di psicoterapia.
Se vuoi sapere qualcosa di più dell’approccio di psicoterapia che ho studiato puoi leggere il post che ho scritto: Che cosa è la psicoterapia breve strategica?
Trovo infatti che questo servizio rischi di fare della disinformazione.
Perchè disinformazione ?
Perché gli psicofarmaci possono fare molto male, come stato fatto vedere nel servizio, ma possono anche aiutare in molte persone che hanno realmente bisogno.
Questo vale anche per le psicoterapie.
Anzi mentre con il farmaco uno magari se ne accorge prima, la psicoterapia rischia di fare dei danni molto più a lungo termine.
Una terapia funziona se è corretta.
Perché una terapia posso aiutare le persone deve essere corretta, nel servizio delle iene sugli psicofarmaci sono state fatte vedere delle terapie che non erano per nulla corrette.
Una terapia, quando è corretta, aiuta le persone a risolvere i loro problemi, a stare meglio, a raggiungere quella che si chiama recovery, cioè il recupero completo, quella che nella medicina tradizionale si chiama restitutio ad integrum.

Le 3 Caratteristiche imprescindibili per una Terapia Corretta: Diagnosi, indicazione e Terapia.
Cosa serve quindi perché una terapia sia corretta?
Una diagnosi corretta, una corretta indicazione e che proprio la terapia venga somministrata in maniera corretta.
Diagnosi corretta
Mi direte che la diagnosi è scontata. E’ ovvio che la diagnosi corretta, ma non è vero. Perché gran parte delle terapie psichiatriche soprattutto psicofarmacologiche che non funzionano sono frutto di una cattiva diagnosi.
La depressione resistente.
Ad esempio mito della depressione resistente quando tante volte invece che di depressione resistente dovremmo parlare di diagnosi sbagliata da parte dello psichiatra.
Ad esempio siamo di fronte a Disturbi di Personalità o disturbi bipolari che non vengono riconosciuti, altri tipi di disturbi.
Non voglio dire che non esista la depressione resistente, ma voglio dire che gran parte delle terapie che non funzionano sono dovute a una diagnosi incorretta.
Un altro esempio è quello del Disturbo dell’ Adattamento ad eventi traumatici, quindi separazioni, lutti, malattie, problemi lavorativi, trattare con gli antidepressivi questi disturbi, come se fossero depressioni, porta verosimilmente un fallimento.
La diagnosi sbagliata da parte di uno psichiatra, è uno dei motivi che portano alla dipendenza da psicofarmaci che si vede nel servizio delle Iene.
Se volete approfondire l’argomento, leggete anche il post di Valerio Rosso che ha commentato quali sono i disturbi, tra cui anche il Disturbo dell’ Adattamento, che beneficiano maggiormente di una psicoterapia.
Una psicoterapia mirata a risolvere quello che il problema dell’adattamento e non una diagnosi psichiatrica vera e propria come quella che è la Depressione Maggiore.
Depressione Maggiore che stiamo tenendo a sovradiagnosticare in tutti, proprio perché tante volte chiamiamo depressione quella che in realtà è un problema di adattamento.
Se il problema è di adattamento, l’ indicazione è la psicoterapia.
Corretta Indicazione
Ne consegue l’ importanza di una corretta indicazione.
Alcuni disturbi devono essere trattati devono essere trattati psicofarmacologicamente come le Psicosi, il Disturbo Bipolare, la Depressione Maggiore, nei casi veri di Depressione Maggiore. Altri invece devono essere trattati con la psicoterapia.
Per i disturbi di personalità abbiamo diverse indicazioni la terapia psicodinamica, la terapia Dialettico Comportamentale (DBT), mentre per i Disturbi d’ Ansia, i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) e il panico abbiamo l’indicazione alla Terapia Cognitivo Comportamentale.
Vantaggi della Psicoterapia Breve Strategica
Apro una parantesi per la Terapia Breve Strategica, a me tanto cara, in questi disturbi, in particolare nei DCA, nel DOC e nel Disturbo da Panico, soprattutto nel DOC. La Terapia Breve Strategica sembra avere dei vantaggi rispetto alle Terapia Cognitivo Comportamentale.
Perché utilizzando contro-paradossi, indicazioni anche comportamentali, e solo, successivamente in una seconda fase, cognitive, ma utilizzando proprio degli stratagemmi, dei paradossi, dei contro-paradossi, va ad aggirare quelle che sono le resistenze al cambiamento, che in questi pazienti in particolare nel DOC sappiamo essere altissima.
Sono usciti dei lavori su Lancet Psychiatry e su World Psychiatry che confermano la superiorità delle psicoterapie in questi disturbi.
Quindi lo psichiatra deve sapere e deve indicare la psicoterapia in questi disturbi, o l’ associazione o la psicoterapia.
La difficoltà con cui si scontrano sia i pazienti che gli psichiatri, è che la che la psicoterapia come la farmacoterapia devono essere corrette.
Psicoterapia Corretta
La psicoterapia per essere corretta deve seguire un metodo corretto, svolto secondo dei protocolli validati, studiati; allo stesso tempo il terapeuta deve essere quello corretto per me.
Il paziente non devi avere paura di cambiare il terapeuta anche quando si trova bene con un modello ma male magari con la personalità del terapeuta.
Allo stesso tempo per disturbi come il DOC, i DCA dove lo sblocco deve essere raggiunto il più rapidamente possibile, sono indicate terapie che agiscono in tempo breve.
Per chi ha o interesse ad approfondire le proprie dinamiche personali o necessità di lavorare su dinamiche più complesse relazionali, allora sarà indicato altro tipo di terapia.
Psicofarmacoterapia Corretta per evitare la dipendeza da psicofarmaci che abbiamo visto nel servizio delle Iene.
Mi soffermo sulla farmacoterapia proprio perché nel servizio delle Iene sulla dipendenza da psicofarmaci sono state mostrate le cose da non fare nella farmacoterapia.
Monoterapia
Prima di tutto riconoscere l’ importanza e la necessità di una monoterapia. E’ da anni che si riconosce la necessità e l’ importanza di una monoterapia, il più possibile adattata al disturbo della persona; non quindi un cocktail di farmaci che vada a coprire il più possibile dei sintomi.
Raia, un professore di psichiatria di Roma, dice:
“quando metto un farmaco un antidepressivo devo vedere se il paziente si agita, come reagisce, e non coprire l’ effetto del farmaco con le benzodiazepine.
Le Benzodiazepine
Le benzodiazepine vengono prescritte, se è vero, nel video benzodiazepine vengono prescritte per 6 mesi. Al massimo le Benzodiazepine andrebbero tenute per 8-12 settimane, con l’idea di scalarle fine. La terapia psicofarmacologica non deve essere una terapia che inizia e rimane uguale fino alla fine.
Devo vedere se il paziente risponde, come risponde, abbassare il dosaggio, alzarlo. In alcuni casi posso utilizzare dei farmaci come le benzodiazepine che in acuto possono andare bene, per poi scalarle.
Altra parentesi lo Zolpidem non è una Benzodiazepina, e non uno Z-Drug, ma lasciamo stare.
Se la terapia in acuto, e in alcuni casi di mantenimento, com’è il Disturbo Bipolare o nelle Psciosi, è Psicofarmacologica; non possiamo pensare che la risoluzione e la recovery si ottengano solo con quello.
Sarebbe bellissimo, ma non è così.
Altrimenti si rischiano di creare dei fenomeni di dipendenza da psicofarmaci come evidenziato dal servizio delle Iene.
Terapie integrata per ottenere la recovery ed evitare di incorrere nella dipendenza da psicofarmaci del servizio delle Iene.
Occorre un percorso riabilitativo, ormai le linee guida come le CANMAT ad esempio, le linee guida canadesi, sottolineano l’ importanza anche in disturbi a componente prettamente psicofarmacologica della terapia l’importanza degli interventi di psicoeducazione, di riabilitazione, di Social Skill Training.
Si evince quanto sia importante la relazione terapeutica, Ippocrate ci diceva che solo il tocco, il rimedio, e la parola possono curare.
Noi psichiatri, in generale un po’ tutti medici, ma noi psichiatri siamo ancora più colpevoli, del fatto che spesso dietro a dei rimedi che ormai sono portentosi. Questi funzionano molto bene, abbiamo tantissime possibilità, ci nascondiamo dimenticandoci del tocco cioè, della relazione, del contatto con il paziente.
Ci dimentichiamo anche della parola che può produrre effetti concreti di cambiamento nel paziente.
Ai Neurologi voglio dire: facciano neurologi!
Cioè se volevate fare psichiatria, facevate la specialistica in psichiatria, ma continuate a fare i neurologi, curate le patologie dei neurologi, perché non basta conoscere il sistema nervoso centrale e i farmaci, a volte così, per poter fare gli Psichiatri.
Si chiama Psichiatria perché è la cura in teoria della psiche quindi la persona in toto e non psicofarmaco-psichiatria.
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In questo libro vengono trattati infatti da uno psichiatra quelli che sono i reali limiti della psichiatria.
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Bibliografia
Allen Frances, Primo, non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie, Bollati Boringhieri 2013, Torino.
Cuijpers P, Sijbrandij M, Koole SL, Andersson G, Beekman AT, Reynolds CF 3rd, The efficacy of psychotherapy and pharmacotherapy in treating depressive and anxiety disorders: a meta‐analysis of direct comparisons, World Psychiatry. 2013, Jun;12(2):137-48.
Skapinakis P, Caldwell DM, Hollingworth W, Bryden P, Fineberg NA, et al., Pharmacological and psychotherapeutic interventions for management of obsessive-compulsive disorder in adults: a systematic review and network meta-analysis, Lancet Psychiatry, 2016 Aug;3(8):730-739.

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